Mercoledì 21 gennaio alcuni professori del nostro liceo, vedendo un manifesto della rete dei collettivi – l’assemblea che unisce i movimenti dei licei di Firenze – hanno stabilito che l’istituzione scolastica non poteva accettare i contenuti espressi in esso.
Il manifesto (ora momentaneamente affisso in bacheca studenti) criticava la faccia autoritaria della scuola e il nozionismo e la mercificazione dei saperi che la caratterizzano, concludendosi con a firma “Firenze facinorosa” (allusione ironica all’appellativo che stampa e questura hanno rivolto agli studenti durante il periodo delle occupazioni).
I professori hanno detto che mancava l’autorizzazione del preside – come se i cartelloni affissi nell’edificio siano tutti autorizzati – ammettendo così che viviamo in un contesto in cui un’autorità decida cosa può essere detto e cosa no. Poi, sempre per il “rispetto della legalità”, hanno detto espressamente che c’è un limite alla libertà di pensiero. Queste affermazioni hanno suscitato un più vivo dibattito, in cui uno studente ha dichiarato apertamente il suo rifiuto a questa scuola e alle sue istituzioni (si è chiarito che le critiche riguardavano queste ultime, e non le persone coinvolte nel dibattito). Per questo si minacciano ora ritorsioni disciplinari contro di lui. È stata inoltre distribuita nelle classi una lettera che, mescolando diversi discorsi, si conclude con la minaccia che non solo il suddetto manifesto, ma anche quelli che il nostro collettivo ha prodotto (sull’autorganizzazione, l’antifascismo ecc.) rischiano di essere rimossi.
Ci chiediamo l’urgenza di accanirsi contro i nostri ideali di libertà da parte di quelle istituzioni che non si sono mosse invece espressi su episodi di propaganda fascista.
Difendiamo gli ideali che abbiamo espresso e non ci arrenderemo a nessun tipo di censura: continueremo a dire le nostre opinioni, senza accettare che un’autorità possa nascondere la nostra rabbia e le nostre idee.
Collettivo Autonomo Davinci