Sabato 10 ottobre abbiamo deciso di occupare il Liceo Scientifico Leonardo da Vinci. La decisione è stata presa considerato il protrarsi delle politiche distruttive per studenti, operai, cittadini e comunque di tutti quei soggetti sociali che vivono sulla propria pelle la crisi di questo sistema.In particolare contestiamo i feroci tagli a spese dell’istruzione pubblica previsti dalla legge 133 del 2008, che ammontano a circa 8 miliardi per la scuola e a 1.5 miliardi per le università, e la proposta di affidare la direzione e il finanziamento delle scuole pubbliche a privati (DDL Aprea), come già è stato fatto per l’università.Crediamo che queste politiche rientrino in un progetto di governo che mira a distruggere il pubblico al fine di formare, ancora più che adesso, coscienze vuote e completamente assorbite nell’appiattimento culturale che vuole la mala informazione, persone sfruttabili e controllabili sulle quali esercitare autoritarismo e coercizione, trascurando totalmente il fine di apprendimento e coesione sociale attribuibile alla scuola. Non è una novità che l’istruzione e la formazione vengano plasmate, trascurate e screditate, poiché ormai da anni le priorità della politica sono ben lontane dal potenziare il servizio, che non è mai stato seriamente riformato, ma solo “razionalizzato”, reso più iniquo e classista fin dalla riforma Moratti. Altra conseguenza di questa linea politica che rafforza la rigidità scolastica è che verrà a mancare nelle nuove generazioni la possibilità di avere una coscienza autonoma e capace di auto formarsi, con i vari provvedimenti repressivi che vengono portati avanti dal 5 in condotta alla macchinetta in cui timbrare il tesserino già presente in varie scuole. Ogni occasione di confronto e di dialogo ci viene limitata: così mentre con il DDL Aprea , si propone anche di ridurre o togliere completamente tutti gli strumenti di partecipazione attiva alla vita scolastica da parte degli studenti (assemblee e organi rappresentativi), con il divieto di diritto di sciopero si fa capire a dipendenti e operai di dover accettare la loro condizione di precarietà.Anche nel nostro piccolo, siamo stati privati di un luogo di aggregazione e di confronto che ci spetta di diritto ma, nonostante promesso da tempo, mai reso a disponibile dalla scuola: l’AULA AUTOGESTITA.Per questi motivi , prima che sia troppo tardi, abbiamo deciso di lottare, bloccando anche la didattica per dare un segnale più forte di contrapposizione a queste problematiche e per dimostrare la nostra capacità e responsabilità nell’ autogestire e vivere uno spazio in collettività.
Gli studenti occupanti del da Vinci
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