Sulla giornata del 20 febbraio…

http://www.youtube.com/watch?v=OUovGOzdey8

Venerdì 20 febbraio, a Firenze, alcune centinaia di studenti sono scese in piazza per il corteo regionale lanciato delle realtà studentesche autorganizzate della Toscana.

Sebbene i numeri siano stati prevedibilmente ben distanti dalle
mobilitazioni di ottobre, il corteo è riuscito nel suo intento di
riportare nelle strade la lotta degli studenti, che da anni non
scendevano in piazza nel non facile periodo successivo alle vacanze di
fine anno, oltre che in quello di auto-organizzare la mobilitazione, costruendola dal basso in autonomia da partiti e sindacati.

Proprio mentre questi ultimi non fanno che fingere di continuare la
lotta a forza di comunicati e “blablabla”, utili solo a farsi un po’ di
pubblicità ma totalmente inutili alla reale trasformazione della realtà
presente, gli studenti scesi in piazza il 20 hanno deciso di continuare ad Agire, con la stessa rabbia e la stessa determinazione di ottobre.

E’ così che arrivati in Piazza Santissima Annunziata, gli studenti hanno continuato il corteo verso il liceo Castelnuovo, eludendo la celere, prima colta di sorpresa e poi bloccata dai cordoni: qualche schiaffo e qualche calcio prima di rassegnarsi al fatto che il corteo ormai è (ri)partito e avanza determinato.

Il corteo arriva prima della celere, che intanto la Digos invitava istericamente a raggiungere il Castelnuovo. Il corteo entra nella scuola e si dirige in palestra, luogo più idoneo allo svolgimento della preannunciata Assemblea Regionale di fine corteo. All’assemblea sono intervenuti studenti di Firenze, Prato, Empoli, Livorno e Pisa.

La questura, che dopo aver fatto di tutto per
limitare nei giorni scorsi il percorso del corteo negando una dopo
l’altra le richieste di autorizzazioni ora si trova con un scuola
occupata dopo un corteo non autorizzato, decide di
mostrare i muscoli: diverse camionette e volanti di Polizia e
Carabinieri si appostano nei pressi dell’istituto in compagnia di una
ventina di uomini (?) della Digos.

Al termine dell’Assemblea, gli studenti rimasti all’interno,
rimasti isolati in Palestra dopo che il preside ha fatto chiudere la
porta che la collegava al resto della scuola (e rimasti quindi anche
senza bagni…), sono costretti a barricarsi dentro, dopo un tentativo della Digos di entrare nella palestra.

Viene minacciato lo sgombero con l’uso della celere, che intanto era stata spostata in San Marco “in attesa di ordini”.

Verso le ore 5 del pomeriggio, gli occupanti rimasti all’interno decidono di abbandonare l’occupazione uscendo compatti dalla palestra, e dirigendosi in un ulteriore corteo verso la facoltà di Lettere.

Che i giornali dicano pure quello che vogliono: tenendo
conto del momento di pesante riflusso del movimento, di una data di per
sé difficile pensando al fatto che da anni ormai gli studenti non
scendevano in piazza dopo l’autunno, il corteo è stato un successo per
il fatto stesso di essere riuscito a riportare la lotta nelle strade e,
nonostante il numero modesto, a compiere un importante azione di
riappropriazione come l’occupazione della palestra del Castelnuovo.

… LA RICRE/AZIONE E’ APPENA INIZIATA!

di seguito il comunicato degli occupanti:

OCCUPARE E’ GIUSTO

LOTTARE E’ NECESSARIO!

Oggi venerdì 20 febbraio, al termine del corteo promosso e partecipato dalle realtà studentesche autorganizzate di tutta la Toscana, gli studenti hanno deciso di occupare il liceo Castelnuovo di Firenze. L’occupazione nasce dall’esigenza primaria di liberare uno spazio in cui ospitare un Assemblea Regionale del movimento studentesco Toscano,
continuando così il percorso di lotta in cui si sono riconosciuti gli
studenti scesi in piazza stamattina, e rilanciando le mobilitazione
dell’autunno scorso.
Con quest’occupazione vogliamo:

  • Rivendicare il diritto da parte degli studenti e delle
    studentesse di auto-gestire la propria scuola, rippropriandosene
    direttamente e senza compromessi;
  • Manifestare la nostra opposizione a tutte le riforme della
    scuola e dell’università che si inseriscono in un percorso che va
    avanti da anni portando avanti mercificazione della cultura e
    privatizzazione dell’istruzione;
  • Resistere ad ogni processo reazionario e repressivo nelle
    nostre scuole, in cui cinque in condotta, videosorveglianza, controllo
    elettronico del “rendimento” ed SMS spia stanno andando ad aggravare
    sempre ulteriormente il clima oppressivo che già da prima noi studenti
    eravano costretti a subire;
  • Continuare la nostra lotta per una scuola autogestita e
    libera da ogni asservimento alle logiche del mercato, che abbandoni il
    proprio ruolo di fabbrica di lavoratori obbedienti del domani, e torni
    ad essere un luogo di elaborazione e diffusione gratuita di conoscenze.

Nell’ora successiva all’occupazione la celere si è schierata nelle
vicinanze del liceo, mentre tutt’ora la digos continua ad essere
presente. Si fa appello a tutti i compagni a recarsi sul posto e sostenere l’occupazione.


Assemblea riunitasi al Castelnuovo Occupato il 20 febbraio 2009

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20 febbraio, Corteo Studentesco Regionale: non ci hanno fermato, non ci siamo arresi, La ricreAZIONE è appena iniziata!

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PRESIDIO contro il voto in condotta ed ogni repressione

VIETATO IL DISSENSO

Si chiude il viaggio della riforma Gelmini, si chiude il lunghissimo iter di approvazioni e procedure per poter far passare i provvedimenti smantella-istruzione pubblica al fine dell’omologazione sociale. Oltre ai grembiulini alle elementari, alle università che avranno la strada aperta alle “libere” speculazioni dei privati (cosa che succederà anche nei licei con il ddl APREA), si consolida anche l’aspetto repressivo della nostra scuola con il voto in condotta. E’ prima di tutto importante chiarire che l’idea che un ragazzo, fin dai primi anni di scuola, dovesse essere “educato” a comportarsi come le istituzioni democratiche pretendono è sempre stata presente all’interno della scuola. Infatti, il provvedimento del governo Berlusconi, introduce il voto in condotta in decimi, così che più basso è il voto più influisce anche sull’intera media scolastica, ma non cambia la sostanza: se non ti comporti come vogliamo noi, ti bocciamo. Se dopo la scuola si entra in un mondo del lavoro in cui costantemente un’impostazione gerarchica e verticistica fa sì che vengano calpestati diritti e libertà (vedi morti sul lavoro con conseguente occultamento cadaveri causa risparmio sulla sicurezza, vedi stipendi ridicoli per giornate di lavoro lunghissime, vedi leggi anti-sciopero, vedi superiori che costringono il lavoratore a essere pagato sul conto corrente di banche che possono così tranquillamente lucrare e investire con i nostri soldi) c’è bisogno, nel periodo in cui il futuro lavoratore precario e sfruttato è ancora giovane, di un sistema di provvedimenti autoritari che faccia sì che lo studente accetti passivamente ciò che gli viene imposto, non abbia mai il coraggio di ribattere a ciò che non gli va bene e impari che in ogni caso è meglio stare zitti e adeguarsi. Nasce quindi il voto in condotta che, mascherato da “ricerca di ordine e disciplina”, impone la remissività e il silenzio agli studenti, che saranno silenziosi e remissivi anche quando, dopo l’esame e un’ipotetica università (ipotetica perché fra un po’ sarà ad esclusivo appannaggio dei più ricchi e quindi aumenterà la probabilità di fare lavori in cui si viene sfruttati) il padrone di turno starà tranquillamente su una poltrona a decidere a piacere della sua vita. Così, mentre la nostra scuola permette tranquillamente e con accondiscendenza che entrino giornalisti a raccogliere interviste-farsa per poi poter pubblicare articoli che giustificano i provvedimenti del governo (come Elettra Gullet de “La Nazione”, che da ottobre cerca di gettare fango sul movimento studentesco), mentre si organizza l’Open Day per poter far vedere il volto più carino e orgoglioso di questa scuola, gli studenti ogni giorno sono costretti a vivere questo clima repressivo, clima in cui diventa “non tollerabile da parte dell’istituzione scolastica” manifestare il proprio pensiero e in cui di fatto non è possibile essere davvero padroni della propria vita.

E’ quindi importante dimostrare nelle parole e nelle pratiche una ferma opposizione ad ogni tipo di provvedimento omologativo e repressivo e esprimere ferma condanna per chi ne fa uso.
SOLIDARIETA’ AI 5 IN CONDOTTA
LOTTA A CHI REPRIME
PRESIDIO
DAVANTI AL DA VINCI, VIA DE’ MARIGNOLLE 1 GIOVEDI’ 5 FEBBRAIO ORE 15


Collettivo Autonomo Davinci

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Comunicato circa alcuni episodi di censura interna alla scuola

PER LA LIBERTA’ D’ESPRESSIONE NELLA NOSTRA SCUOLA:

Mercoledì 21 gennaio alcuni professori del nostro liceo, vedendo un manifesto della rete dei collettivi – l’assemblea che unisce i movimenti dei licei di Firenze – hanno stabilito che l’istituzione scolastica non poteva accettare i contenuti espressi in esso.
Il manifesto (ora momentaneamente affisso in bacheca studenti) criticava la faccia autoritaria della scuola e il nozionismo e la mercificazione dei saperi che la caratterizzano, concludendosi con a firma “Firenze facinorosa” (allusione ironica all’appellativo che stampa e questura hanno rivolto agli studenti durante il periodo delle occupazioni).
I professori hanno detto che mancava l’autorizzazione del preside – come se i cartelloni affissi nell’edificio siano tutti autorizzati – ammettendo così che viviamo in un contesto in cui un’autorità decida cosa può essere detto e cosa no. Poi, sempre per il “rispetto della legalità”, hanno detto espressamente che c’è un limite alla libertà di pensiero. Queste affermazioni hanno suscitato un più vivo dibattito, in cui uno studente ha dichiarato apertamente il suo rifiuto a questa scuola e alle sue istituzioni (si è chiarito che le critiche riguardavano queste ultime, e non le persone coinvolte nel dibattito). Per questo si minacciano ora ritorsioni disciplinari contro di lui.  È stata inoltre distribuita nelle classi una lettera che, mescolando diversi discorsi, si conclude con la minaccia che non solo il suddetto manifesto, ma anche quelli che il nostro collettivo ha prodotto (sull’autorganizzazione, l’antifascismo ecc.) rischiano di essere rimossi.
Ci chiediamo l’urgenza di accanirsi contro i nostri ideali di libertà da parte di quelle istituzioni che non si sono mosse invece espressi su episodi di propaganda fascista.
Difendiamo gli ideali che abbiamo espresso e non ci arrenderemo a nessun tipo di censura: continueremo a dire le nostre opinioni, senza accettare che un’autorità possa nascondere la nostra rabbia e le nostre idee.

Collettivo Autonomo Davinci

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Nasce il Collettivo Autonomo DaVinci

Negli ultimi mesi, a scuola, come nella società, si va delineando sempre più marcatamente l’aggressione da parte delle autorità mirata a minacciare i nostri diritti e le nostre libertà personali. A noi studenti questi attacchi appaiono ancora più evidenti anche nella quotidianità; infatti questo modello di istruzione non è altro che un potente mezzo per trasformarci in futuri cittadini obbedienti e “innocui”.

Nonostante i numerosi tentativi di tapparci gli occhi, siamo
consapevoli che la società in cui ci stiamo formando è parte di un
sistema nel quale denaro e appartenenza sociale vengono anteposti a uguaglianza e giustizia.
Riteniamo che in questo momento – e non solo – sia molto importante
farci trovare uniti e consapevoli; abbiamo quindi deciso di aprire a
tutti la possibilità di avere un informazione non distorta, ma soprattutto di iniziare un movimento politico di lotta concreta.


Per questi motivi abbiamo deciso di creare il Collettivo
Autonomo Davinci, ovvero uno spazio in cui pensare e praticare metodi
con cui incidere concretamente nella vita di tutti i giorni.

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