Per Un 12 Dicembre Contro La Repressione

SPEZZIAMO LE CATENE!


Venerdì 6 Novembre digos e polizia entravano in 11 abitazioni
fiorentine, spaccando porte e finestre alla ricerca di esplosivi e di
armi. Nonostante non sia stato trovato niente, l’operazione si è
conclusa con 10 deportazioni in questura e una custodia cautelare
(ovvero arresto immediato prima del processo e cella di isolamento).
Tutti i perquisiti sono operai delle fabbriche del territorio
fiorentino, attivisti impegnati in attività politiche e nel portare
avanti il movimento. L’arrestato è
Francesco Mannucci, operaio di Pontassieve al momento disoccupato.
Dopo mesi in cui la questura ha indagato su di lui tenendo sotto
controllo i suoi spostamenti e registrando le sue telefonate, è giunta a formulare un’accusa di
terrorismo
basata su tre ridicoli episodi: furto di una palma da un albergo,
lancio di un petardo davanti all’agenzia delle entrate (che la questura
ha inizialmente provato a definire ordigno) e infine essere una persona
capace di radunare in poco tempo tante persone. Sul petardo davanti
all’agenzia delle entrate i testimoni riferiscono di aver visto
allontanarsi un giovane a bordo di una lancia (Mannucci possiede
un’Alfa Romeo) con una targa non corripondente a quella di Francesco,
mentre sul terzo episodio, risalente al maggio scorso, l’accusa si basa
sulle telefonate raccolte una sera in cui Mannucci cercava l’aiuto di
amici poichè chiamato da un’amica minacciata all’interno di un locale
da 15 fascisti appartenenti a “la fenice”. Nonostante l’accusa di
terrorismo sia immediatamente decaduta in quanto rifiutata dal GIP,
Mannu si trova ancora in carcere perché ritenuto un
“soggetto pericoloso”.
Tutto questo inserito nel contesto di un giro di vite che ha portato agli
arresti di Pistoia, Livorno e Milano (dove 5 studenti universitari sono
stati arrestati per non aver pagato alcune fotocopie fatte l’anno
prima).

Anche nella scuola, grazie al voto in condotta e alle collaborazioni
tra presidi e questura, si è soggetti alla repressione. Lo abbiamo
visto negli ultimi tempi con le sospensioni, le denunce e le cariche
contro gli studenti, all’interno di un processo che vede le persone
essere definite “indisciplinate” a scuola e all’università e
“pericolose” da lavoratori.
Smettiamo di pensare che tutto ciò sia funzionale alla nostra sicurezza, perché questa repressione, che ci educa al controllo e all’obbedienza, è applicata a tutti coloro che pensano con la propria testa e possono risultare scomodi.

MANNU LIBERO!
TUTTI/E LIBERI/E!
NO ALLA REPRESSIONE NELLE SCUOLE E NELLE STRADE!

SCENDIAMO IN PIAZZA SABATO 12 DICEMBRE AL CORTEO REGIONALE CONTRO LA REPRESSIONE

Collettivo Autonomo DaVinci

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